La sola faccia del cane
La sola faccia del cane
Siamo spesso a chiederci in quale modo potremmo implementare il livello di comprensione reciproca fra noi ed il cane.
Sapere tradurre le nostre intenzioni, il nostro volere e saper interpretare le comunicazioni da parte del cane sono elementi fondamentali per instaurare una relazione con questo rappresentante del mondo animale.
I cardini di una relazione funzionale sono rispetto e fiducia.
Nel percorso virtuale per poter riversare fiducia in qualcuno o qualcosa il sistema reattivo percettivo ha necessità di verificare l’attendibilità, l’affidabilità e la coerenza nei processi comportamentali del soggetto preso in esame.
Possiamo affermare che le esternazioni emotive del soggetto restituiscono un feedback efficace per un primo step verso la determinazione del grado di fiducia che possiamo concedere.
Nell’osservazione del cane spontaneamente giudichiamo se è solitamente “calmo” o “agitato” , “giocherellone” o “serio”, “docile” o “aggressivo”, sulla base di una media dei suoi comportamenti, andando così a porre una sorta di bollino che lo possa descrivere, riassumendo aspetti del sua carattere.
Possiamo affermare che il cane fonda il proprio atteggiamento verso l’uomo su analoghe scale di valutazioni e pondera con cura il grado di fiducia che può riporre nell’assegnarci il bollino di potenziale “leader”.
Statisticamente (associato ad specifiche situazioni) si stima che il cane è fondamentalmente coerente con i proprio stati emotivi e rispecchia quel “bollino ” che gli è stato assegnato.
Addirittura se disattende le aspettative di un umano e manifesta alterazioni emotive che non siamo in grado di spiegarci, tendiamo a incanalarlo in processi che lo riportino alla “normalità”.
Dal punto di vista del cane:
Arriviamo a casa e mostriamo gioia al cane , a patto che non abbiamo alto da fare o da pensare, altrimenti lo snobbiamo o addirittura lo contrastiamo se si rivolge all’uomo con troppa esuberanza. Quindi, per quella situazione, l’uomo esibisce comportamenti diversi di volta in volta.
Gioiamo , da prima ogni volta che ci sta intorno e lo gratifichiamo quando risponde al suo nome, ma , man mano che cresce, quando si allontana urliamo arrabbiati se non torna e, quando torna, nel migliore dei casi rimaniamo indifferenti alla fiducia che ci ha concesso , dando per scontato che debba tornare da noi , magari, anche interrompendo, magari che gli dava piacere.
Pensiamo semplicemente a quante attenzioni gli abbiamo dato ” i primi momenti dal nostro incontro” , offrendogli supporto per ogni cosa .
Abbiamo creato, in quelle circostanze l’immagine di un umano accogliente, affabile e presente.
Ma, ad un certo punto le cose sono cambiate! Le tante esperienze che viviamo in sua assenza e le psico-trappole che si insidiano nel nostro agire alterano la nostra percezione dei comportamenti del cane e finiamo con il disattendere costantemente le sue aspettative, generando un’immagine di noi estremamente volubile.
Per spiegare meglio il concetto potremmo dire che il cane ha una sola faccia e sappiamo cosa aspettarci da lui.
L’uomo , dal punto di vista del cane, ha molte facce.
Indipendentemente dalle azioni del cane in uno specifico momenti, l’uomo è arrabbiato, ha paura, è tristo o felice.
Ciò comporta spesso che il cane, anche se ci ama, non si fida di noi e, se vuole esprimere uno suo stato emotivo, lo indirizza altrove.
La conclusione ci delude e, quando siamo delusi, tendiamo a voltarci da un’altra parte e a riversare sul cane gli effetti della nostra delusione.
Un percorso che abbia come obiettivo la riconquista della fiducia del cane, prevede assolutamente che si riconoscono le nostre molteplici facce e si ripristini la fiducia del cane per ritrovare la fiducia nel cane in noi.