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Il mio pensiero: il cane al nostro fianco

Partiamo da un presupposto, e prendiamo per assunto, che il cane, anzi, i cani vivono con noi e fra noi, in tutto il Mondo e cercano, come noi di “cavarsela”, momento per momento, alla scoperta di un posto, un ambiente, una situazione, un contesto nel quale interagire e compiere azioni, perseguendo assolutamente il piacere, gestendo inevitabilmente rabbia, dolore e paura.

Sanno adattarsi e sono, spesso, capaci di mettersi in contatto con molteplici forme di vita; posseggono un peculiare modello comunicativo e lo interpretano con personalitá spiccatamente differenti da individuo a individuo…comunicano bene fra loro e sono capaci di organizzarsi secondo un ordine basato sui principi della leadership.

Noterai, se ci pensi bene, che non ammettiamo, non sono previsti, nel nostro sistema sociale, gruppi di cani autonomi. ..

In effetti, un branco di cani vaganti, risulterebbe un potenziale elevato pericolo per diverse persone.

Cosí, un tempo erano , o ancora oggi sono, ma almeno, in modo sempre piú controllato …. dicevo, sono previsti e presenti, invece , i cani randagi.

I piú fortunati vengono accolti in famiglie di persone o si legano a una di loro, una persona.

 

Per inciso, dovresti sapere che, nel nostro sistema legale, è previsto che il cane venga “assegnato” ad un individuo maggiorenne; funziona cosí:

il cane viene “chippato” e intestato ad una persona, colui o colei che dovrá esserne responsabile.

I cani non randagi sono cosí censiti e attendono di essere adottati.

Altri cani provengo da allevamenti nei quali, personale specializzato, si occupa di “accompagnare” il processo selettivo, verso soggetti con attitudine per le attivitá e le modalitá relazionali calzanti con il genere umano.

 

Poco importa se essi siano nati in un fienile o in un divano, in un angolo di una via di una cittá o in un accogliente nursery …

È dalla presa di coscienza di detta responsabilitá che nasce, prima l’esigenza, poi il piacere di educare i cani a vivere consapevolmente, nei luoghi e nelle circostanze a carattere umano.

L’uomo ha esplorato il cuore fedele del cane e ha sondato il gusto di averlo al suo fianco, per “appena” qualche migliaio di anni, ma per riuscire completamente nell’intento di amalgamare le due specie, serve, è di dovere un contorno adeguato ovvero serve la capacitá di saper inquadrare, innanzi tutto, i termini per il benessere reciproco sia sul piano globale che individuale, spingendosi anche all’interno delle relative specie.

Si attinge,a tal fine,al buon senso ma anche alla scienza…

Si iniziano a cogliere i tratti piú evidenti profilo del cane, come quello di essere di fatto un animale…e pertanto si fa appello agli studi etologici, in primis quelli di Karl Lorenz, ma non solo …ad oggi dobbiamo molto agli studi empirici di Turid Rugas…

Si considerano, tacitamente ma altrettanto fortemente, gli aspetti romantici , sentimentali e gli stati emotivi che i cani sanno creare nell’uomo e che, uniti alla loro capacitá di sentire, ci mettono il carico da novanta…(ci persuadono a volere che i cani stiano con noi).

Filosofi e artisti e anche la politici, han parlato e sparlato del cane e, fattivamente, hanno significato un forte contributo nel definire chi o cosa il cane fosse o quale ruolo ricoprisse.

La psicologia ci ha fornito la tecnologia per innescare un’evoluzione bilaterale in termini di qualitá del contatto che stava verificandosi…

La psicologia ha,anche, istituito i parametri per la comunicazione continuativa e ripetibile fra uomo e cane e viceversa.

Proprio adesso, il processo di crescita che stiamo vivendo e agendo con il cane è un contatto speciale ed esclusivo che merita assolutamente di essere protratto e coltivato.

Detto processo, non merita, invece, di essere bloccato da credenze o agito attraverso paradossi o abomini comunicativi o relazionali.

La comunicazione strategica evita che si realizzino i blocchi emotivi o operativi che vadano ad interrompere la ricerca della propria autorealizzazione.

Attraverso le tecniche del Problem Solving Strategico Breve , in ambito cinofilo, si sono creati i parametri per relazioni sane, capaci di accrescere e orientare cani e uomini verso la costituzione di una intesa basata su codici comunicativi che offrano il piú elevato raggio di comprensione che si possa raggiungere .

Un cane prevale costantemente su un altro

Se “possiedi” piú di un cane o se sei un educatore e ti trovi a dover risolvere problemi, è probabile che ti sia imbattuto in comportamenti nei quali un cane cerca di prevalere sull’altro.

Se capita sporadicamente possiamo considerarlo un rapporto “normale” con piccole prese di posizione ..

Quando,invece, capita spesso o addirittura è un vero e proprio status, si comincia a parlare di DOMINANZA

Vi sono molti modi nei quali il cane detiene il controllo e non sempre si manifestano con azioni aggressive.

Un atteggiamento comune, in questi casi , da parte del soggetto dominante, consiste nel posizionarsi fra il cane obiettivo della dominanza e una situazione, persona,animale o cosa, possibile oggetto di desiderio.

Fino a qui,il tutto, può apparire dettato,ad esempio, da impulsi mossi da puro egoismo.

Spesso accade invece che lo stesso comportamento sia attuato , dal dominante, con intento di proteggere e tutelare l’altro.

Generalmente, comunque, risulta un comportamento che rende inerme il cane che lo subisce e, nel tempo, se non genera conflitto, genera comunque una relazione psicotica .

Il trucco, se vogliamo metterla cosí, per innescare un cambiamento, consiste nella formazione attenta ed impegnata del soggetto dominante e ampi spazi di scarico emotivo e recupero dell’autostima per il soggetto che subisce .

È da valutare anche la possibilitá di ripristinare un corretta capacitá di gestione emotiva e di leadership nel proprietario/ conduttore/familiare.

Passeggiata Educativa Guidata

Per le vie di Terranuova Bracciolini

Piazza Centrale-

Terranuova B.ni (foto)

Finalmente Miglioriamo La Passeggiata

Prenditi il tuo tempo per migliorare la relazione e l’intesa con il tuo cane.

La quota di partecipazione è di euro 20 , da versare in loco all’inizio dell’incontro.

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Finalmente impariamo a gestire “La Passeggiata con il cane”

Come riconquistare la fiducia del cane

MINI-GUIDA

Il cane si chiude in se e disattende le tue aspettative o speranze?


Valuta le sue emozioni

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Il cane si chiude in se e disattende le tue aspettative o speranze? Probabilmente ha un'immagine di te che non rispecchia l'dea che tu hai di te stesso.

I tuoi tentativi di instaurare una relazione costruttiva sono stati "inquinati" dai tuoi tentativi di educarlo, magari attraverso correzioni e punizioni.

Educarlo è realmente un tuo compito, ma evita di intimorirlo oltre misura!

Magari a volte hai cercato di farti perdonare cercando di consolarlo.

Ma il cane tiene ancora le distanze !?

Ciò accade perchè oramai associa la tua immagine a conseguenze che egli non può gestire ! Vorrebbe certamente godersi un bel momento con te, ma non si fida e forse, ormai non sa più farlo.

Non aiuta certamente il cercare di accarezzarlo o di farsi perdonare spinti dal senso di colpa.

Il senso di colpa che nasce da una  spietata autocritica  ci induce a cercare di andare in recupero, ma ormai "la frittata è fatta" e il cane vedrà soltanto un individuo che, senza un motivo che il cane possa spiegarsi, alterna instabilmente momenti di ira a momenti di benevolenza.

Nel tempo il cane istituisce un  suo comportamento è stereotipato  e adotterà la strategia di tenere "le distanze" poichè ciò gli fornisce un suo equilibrio.

Vorrebbe cambiare ma non può.


Resetta

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Si dice che sia più semplice edificare una nuova casa rispetto a restaurarne una esistente e vecchia.

Allo stesso modo puoi scegliere di ricominciare. Invece di tentare di modificare saltuariamente l'immagine che il cane ha di te, alternando disfunzionalmente momenti del nuovo te a momenti del vecchio te, puoi resettare il sistema che costituisce la vostra relazione con un nuovo sistema... più efficace.

Inizia con il non fare niente!

Non agire e non reagire nei confronti del cane significa , di riflesso, mostrare al cane che ha spazio, ovvero che non siamo più un pericolo per lui e se vorrà qualcosa da noi , avrà il tempo di proporsi liberamente!

Scegliere di non agire equivale ad agire !

Ovvero, se decidi di non andare dal cane, di non cercarlo, di non rispondere alle sue provocazioni, comunicherai implicitamente una tua posizione relazionale.

Non considerare il cane, sforzandosi di lasciargli il tempo di proporre ti darà la possibilità di scegliere fra una nuova panoramica di suoi comportamenti per ricominciare con il piede giusto.


Agisci consapevolmente

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Se hai correttamente mostrato al cane che esisti ma non sei un problema per lui(punti uno e 2 di questa mini-guida), alterna il tuo non agire a momenti in cui il cane ti può osservare da una distanza di rispetto e , senza rivolgerti al cane stesso , maneggia oggetti o compi azioni che possono piacergli (frigorifero, i suoi giochi, ...), e fatti guardare , senza che egli debba agire. Osservalo e nota se effettivamente reagisce a qualcuno di questi.

Contrariamente a quanto agito fino ad oggi, inizia a prendere atto dell' effetto delle tue azioni : se ciò che agisci risulta piacevole per il cane, egli tenderà a ripeterlo.

Mentre lo osservi, senza chiedere interazione, seleziona i comportamenti che ti aggradano da parte del cane : stare tranquillo, aspettare sereno senza disturbare, spesso sono comportamenti che ci aggradano, in quanto vogliamo essere noi a decidere quando è l'ora di giocare, correre o divertirsi.

QUINDI:  se il tuo cane è tranquillo e non ti sta disturbando , emetti verbalmente una parola di conferma (una, e poi sempre quella) e puoi esibire una delle azioni che hai annoverato fra quelle gradite dal cane( utilizza anche il grande potenziale emotivo che è racchiuso nel far gustare del buon cibo).

Creerai così una corrispondenza e fra le sue azioni e le tue, associando i comportamenti che ti piacciono a ciò che gli piace e , se riuscirai a mantenerti coerente, avrai iniziato a riconquistare la sua fiducia e la sua considerazione.

Non esiste un limite di età per i cambiamenti !

La sola faccia del cane

La sola faccia del cane

Siamo spesso a chiederci in quale modo potremmo implementare il livello di comprensione reciproca  fra noi ed il cane.

Sapere tradurre le nostre intenzioni, il nostro volere e saper interpretare le comunicazioni da parte del cane sono elementi fondamentali per instaurare una relazione con questo rappresentante del mondo animale.

I cardini  di una relazione funzionale sono rispetto e fiducia.

Nel percorso virtuale per poter  riversare fiducia in qualcuno o qualcosa il  sistema reattivo percettivo ha necessità di verificare l’attendibilità, l’affidabilità e la coerenza nei processi comportamentali del soggetto preso in esame.

Possiamo affermare che le esternazioni emotive del soggetto restituiscono un feedback efficace per un primo step verso la determinazione del grado di fiducia che possiamo concedere.

Nell’osservazione del cane spontaneamente giudichiamo se è solitamente “calmo” o “agitato” , “giocherellone” o “serio”, “docile” o “aggressivo”, sulla base di una media dei suoi comportamenti, andando così a porre una sorta di bollino che lo possa descrivere, riassumendo aspetti del sua carattere.

Possiamo affermare che il cane fonda il proprio atteggiamento verso l’uomo su analoghe scale di valutazioni e pondera con cura il grado di fiducia che può riporre nell’assegnarci il bollino di potenziale “leader”.

Statisticamente (associato ad specifiche situazioni) si stima che il cane è fondamentalmente coerente con i proprio stati emotivi e rispecchia quel “bollino ” che gli è stato assegnato.

Addirittura se disattende le aspettative di un umano e manifesta alterazioni emotive che non siamo in grado di spiegarci, tendiamo a incanalarlo in processi che lo riportino alla “normalità”.

Dal punto di vista del cane:

Arriviamo a casa e mostriamo gioia al cane , a patto che non abbiamo alto da fare o da pensare, altrimenti lo snobbiamo o addirittura lo contrastiamo se si rivolge all’uomo con troppa esuberanza. Quindi, per quella situazione, l’uomo esibisce comportamenti diversi di volta in volta.

Gioiamo , da prima ogni volta che ci sta intorno e lo gratifichiamo quando risponde al suo nome, ma , man mano che cresce, quando si allontana urliamo arrabbiati se non torna e, quando torna, nel migliore dei casi rimaniamo indifferenti alla fiducia che ci ha concesso , dando per scontato che debba tornare  da noi , magari, anche  interrompendo, magari che gli dava piacere.

Pensiamo semplicemente a quante attenzioni gli abbiamo dato ” i primi momenti dal nostro incontro” , offrendogli supporto per ogni cosa .

Abbiamo creato, in quelle circostanze l’immagine di un umano accogliente, affabile e presente.

Ma, ad un certo punto le cose sono cambiate! Le tante esperienze che viviamo in sua assenza e le  psico-trappole che si insidiano nel nostro agire alterano la nostra percezione dei comportamenti del cane e finiamo con il disattendere costantemente le sue aspettative, generando un’immagine di noi estremamente volubile.

Per spiegare meglio il concetto potremmo dire che il cane ha una sola faccia e sappiamo cosa aspettarci da lui.

L’uomo , dal punto di vista del cane, ha molte facce.

Indipendentemente dalle azioni del cane in uno specifico momenti, l’uomo è arrabbiato, ha paura, è tristo o felice.

Ciò comporta spesso che il cane, anche se ci ama, non si fida di noi e, se vuole esprimere uno suo stato emotivo, lo indirizza altrove.

La conclusione ci delude e, quando siamo delusi, tendiamo a voltarci da un’altra parte e a riversare sul cane gli effetti della nostra delusione.

Un percorso che abbia come obiettivo la riconquista della fiducia del cane, prevede assolutamente che si riconoscono le nostre molteplici facce e si ripristini la fiducia del cane per ritrovare la fiducia nel cane in noi.

Azione sinergica per il Problem Solving Strategico

Ligi e Creativi : determinazione e mente aperta sono il segreto per raggiungere obiettivi e risolvere i problemi

No! Non è stato inventato oggi, il cane.
La prima volta nella quale l'uomo si è rapportato con un canide era, forse, il giorno di oggi ma dell'anno 14041 Avanti Cristo.
Il lungo processo di avvicinamento fra cane e uomo, che va dal 12000/15000 a.c. ad oggi, è stato catalogato sotto il nome di "Domesticazione" (da domus= casa).
Il cane, durante questo processo , è stato inserito negli aspetti quotidiani della vita degli uomini in una escalation verticale.
Sono state evidenti fin da principio, diversità fra la specie canina e quella umana e su tali diversità si è evoluta l'interazione.
Il grande potenziale di questi esseri viventi è stato apprezzato, studiato e utilizzato in svariati modi.
Il cane ha una calda pelliccia che riveste un soggetto dal cuore puro e dai modi dolci ed un aspetto gradevole all'uomo: ciò ha fatto si che rappresentasse l'ideale per momenti di coccole e abbracci in famiglia.
La sua intraprendenza, dedizione e resistenza al lavoro lo hanno fatto promuovere a responsabile di varie funzioni, quali la guardia in polveriere, ville, castelli, carri ecc....
Il suo fiuto infallibile lo ha reso indispensabile nella caccia di selvaggina o nella ricerca di persone disperse o anche in ambiti di ricerca di cose, come sostanze stupefacenti, denaro nascosto illecitamente, malattie...
Alcuni soggetti sono stati selezionati per la loro capacità di fornire benessere all'uomo proprio per la loro natura, come accade nella pet-therapy...
Ma
La semplicità nel reperire cani e la mancanza assoluta di regolamentazioni che tutelassero la specie, ha reso il cane oggetto di esperimenti non solo ad opera di scienziati ma anche e soprattutto alla mercè di privati, neofiti, che, vuoi con le migliori intenzioni, si sono improvvisati per addestrarli ad attivita' di vario genere, spesso fallendo e finendo con il considerare il soggetto in questione inadatto e quindi "rottamandolo", come un oggetto.
Non mi riferisco solo ad eccessi di funzionalismo in ambiti operativi, ma anche al tentativo di trasformare in cane adatto alla famiglia, un cane che invece aveva caratteristiche totalmente inadatte, non viste dal profano.
La situazione ha cambiato il pelo ma non il vizio
Nel 2020 ancora si portano avanti metodi, sottoponendo il cane al metodo e non adattando le metodologie e le tecniche alle situazioni.
Si parla di (metodi e approcci):
Metodo Coercitivo
Metodo Gentile
Comportamentismo
Cognitivismo
Zoo-antropologia
Etologia Psicologia
Anatomia
Chimica e biochimica
Approccio emozionale
La tendenza ad applicare ciò che deriva da un solo punto di vista è non errata ma assolutamente limitata ed incompleta.
Ogni scoperta fatta negli anni (o nei secoli) ha un proprio valore; deve essere utilizzata nel piano di valutazione dell' obiettivo e applicata relativamente allo specifico funzionamento, caso per caso.

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