Uomo e cane,in simbiosi?

Il punto di vista del cane è diverso da quello dell’uomo per più di un solo motivo


Il cane: Molte cose son state dette in proposito del cane… studiosi e appassionati, amanti e teorici, danno ogni istante un loro contributo al processo imprescindibile di sintonizzazione fra specie canina e l’umano.

Ho goduto, nel mio crescere, di scoperte innovative e riaffermazioni che hanno valorizzato la relazione uomo-cane… Il viaggio è stato affascinante e tanto spesso mi è parso di esse arrivati alla meta: la simbiosi.

Se guardiamo al passato ed al concetto di domesticazione, il livello di conoscenza degli aspetti psicologici contemporaneo è talmente evoluto da poterci autodefinire effettivamente capaci di stare in simbiosi con il cane.

Sono state le eccezioni a farmi ricredere.

Ad oggi credo che il cane sviluppato una capacita di adattamento nei confronti della nostra specie da fornirci spontaneamente l’illusoria sensazione di esser così abili da gestire quanto lo riguarda.

Ad avvallare tale deludente ipotesi porto a sostegno la più immediata definizione stessa del termine “simbiosi”che ci fornisce “Wikipedia” :

La definizione di simbiosi fu oggetto di dibattito per 130 anni. Nel 1877 Albert Bernhard Frank usò il termine simbiosi per descrivere il rapporto mutualistico dei licheni. Nel 1879 il micologo tedesco Heinrich Anton de Bary lo definì “la convivenza di organismi diversi”. La definizione è varia tra gli scienziati, alcuni sostengono che dovrebbe riferirsi solo ai mutualismi persistenti, mentre altri pensano che dovrebbe applicarsi a tutte le interazioni biologiche persistenti, in altre parole mutualismi, commensalismo, o parassitismo, ma escludendo brevi interazioni come la predazione.Gli attuali testi di biologia ed ecologia usano quest’ultima definizione “de Bary”, o ancora più ampia, dove simbiosi significa tutte le interazioni interspecifiche; la definizione restrittiva, dove simbiosi significa solo mutualismo, non viene più usata.Nel 1949, Edward Haskell propose un approccio integrativo, proponendo una classificazione delle “coazioni”, successivamente adottata dai biologi come “interazioni”. Le interazioni biologiche possono coinvolgere individui della stessa specie (interazioni intraspecifiche) o individui di specie diverse (interazioni interspecifiche). Queste possono essere ulteriormente classificate in base al meccanismo dell’interazione o alla forza, alla durata e alla direzione dei loro effetti. Le interazioni tra organismi vengono distinte in tre categorie, mutualismo, parassitismo e commensalismo, che non presentano caratteristiche ben distinte ma piuttosto dovrebbero essere percepite come un continuo di interazioni che variano dal mutualismo al parassitismo. L’orientamento di una interazione simbiotica può cambiare durante il corso della vita dei simbionti a causa di variazioni nello sviluppo o anche per cambiamenti dell’ambiente nel quale l’interazione avviene. Le interazioni influiscono sulla densità delle popolazioni, e quindi possono essere positive (+) se l’aumentano, negative (-) se la diminuiscono e neutrali (0) se non l’aumentano né la diminuiscono.

(Wikipedia)